Il suo arrivo rimediò in parte alle sofferte sventure: il re tolse l'assedio da Calcedonia; però non fece ritorno nel Ponto, ma si diresse verso mezzodì nell'antica provincia romana, ove si estese sulla Propontide e sull'Ellesponto, occupando Lampsaco e cominciando l'assedio della grande e ricca città di Cizico.
Egli si cacciava dunque semprepiù addentro nel vicolo cieco in cui si era messo, invece di giovarsi contro i Romani delle grandi distanze, come quelle che solo avrebbero potuto essergli utili.
In Cizico si era conservata più pura che in ogni altro luogo l'antica destrezza e la gagliardia greca; i suoi cittadini prestarono la più risoluta resistenza benchè nell'infelice doppia battaglia di Calcedonia avessero subìto varie perdite di uomini e di navi.
Cizico sorgeva vicino alla terra ferma ed era unita ad essa con un ponte. Gli assedianti si impadronirono tanto dell'altura che dominava la terra ferma e metteva capo al ponte, e del sobborgo ivi esistente, quanto delle famose alture dindimeniche sull'isola stessa, e sia dal lato dell'isola che da quello della terra ferma gli ingegneri greci impegnarono tutta la loro arte per rendere possibile l'assalto
Anonimo -