Donne e natura. Sguardo femminile e territorio. Scintille e chiome scapigliate. C'è questo e tanto altro nel personale itinerario abruzzese di Antonella Finucci fatto di boschi, valli, mari e montagne e segnato dall'intimo rapporto tra ogni elemento del paesaggio e le protagoniste che hanno contribuito, o contribuiscono oggi, al racconto corale della regione. Artiste e scrittrici, traduttrici del Premio Nobel per la Letteratura ma anche geologhe militari e guide escursionistiche, sante e donne pastore. Le scellerate di questo libro sono donne che hanno seguito la loro natura più intima senza lasciarsi condizionare, evitando percorsi prestabiliti e aspettative sociali imposte.Dal bosco della dea Angizia al dialetto dei romanzi di Donatella Di Pietrantonio, passando per l'esilio di Natalia Ginzburg, le poesie di Amelia Rosselli e per decine di altre figure femminili che si sono trovate per lunghi o brevi periodi a vivere l'Abruzzo, una coinvolgente narrazione capace di attraversare i confini porosi del genere e quelli spesso invisibili del paesaggio.
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