Gli "Scritti" del grande psicoanalista francese, riproposti a vent'anni di distanza dalla loro prima apparizione in Italia (1974), vedono immutati la forza teorica di Lacan, l'impatto del suo 'luogo' analitico e della sua 'riforma epistemologica'. Tessendo la giunzione tra psicoanalisi e linguistica, Lacan fa del linguaggio una struttura e dell'inconscio un ordine logico. La fondazione materialistica della critica lacaniana, in chiave anti-idealistica e anti-soggettivistica, se da una parte si situa nel solco della piú sofisticata tradizione epistemologica, dall'altro si configura come 'ritorno a Freud', non in termini riduttivamente interdisciplinari, ma come ricostituzione del tessuto interno del discorso psicoanalitico. Lacan riporta la scienza al problema della verità, ridefinendo il fondamento del soggetto e dell'accesso al simbolico. Completa il secondo volume la raccolta degli "Scritti" di Lacan. Volutamente non sistematici, questi appunti, interventi, recensioni di varia natura testimoniano la 'rivoluzione epistemologica' del grande psicoanalista francese, artefice di un ritorno a Freud attraverso l'analisi del linguaggio. Lacan respinge decisamente la riduzione della lingua a mero strumento per la trasmissione di un 'senso' dato: nella sua celebre formulazione, "il linguaggio umano costituisce una comunicazione in cui l'emittente riceve dal ricevente il proprio messaggio in forma invertita". E' la scoperta del primato del 'significante', che non coinvolge solo il significato, ma anche i fondamenti del soggetto, del senso e - in ultima analisi - della realtà.
Anonimo -