Questo secondo tomo degli scritti giovanili di Nietzsche documenta il passaggio, sulle orme del maestro Friedrich Ritschl, all'Università di Lipsia (1865) e, soprattutto, un nuovo orientamento culturale: l'abbandono della teologia, abbracciata per compiacere la madre, a favore della filologia classica. Di questa decisiva transizione offrono ampia testimonianza gli scritti qui radunati: dopo alcuni appunti di interesse teologico, troviamo infatti il primo studio filologico pubblicato, "Per la storia della silloge teognidea", insieme alle conferenze tenute alla Società Filologica. Fra i lavori filologici si segnalano anche i frammenti inediti sulla filosofia antica, in particolare su Democrito, e "De Laertii Diogenis fontibus", apparso su "Rheinisches Museum", che contribuì alla sua precoce nomina alla cattedra di filologia classica presso l'Università di Basilea. Infine "Omero e la filologia classica", prolusione inaugurale tenuta a Basilea il 28 maggio 1869, chiude questo secondo tomo, che offre fra l'altro gli ultimi appunti sulla carriera scolastica e frammenti e riflessioni varie, tra cui una significativa pagina sulla "Valchiria" di Richard Wagner, conosciuto il 17 maggio 1869.
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