Un gesto, una parola, un espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare. Per creare una connessione immediata. Una dote speciale di cui farebbe volentieri a meno. Perché Vani sta bene solo con sé stessa, tenendo gli altri alla larga. Ama solo i suoi libri, la sua musica e i suoi vestiti inesorabilmente neri. Eppure per il suo lavoro questa innata empatia è essenziale: Vani è una ghostwriter di una famosa casa editrice. Imitando alla perfezione il loro stile, scrive libri al posto di altri autori. Un mestiere che la costringe a rimanere nell'ombra. Questa volta deve creare un ricettario dalle memorie di un'anziana cuoca. Un'impresa ardua, quasi impossibile. Perché Vani non ha mai preso in mano una padella, non conosce il significato di parole come scalogno o Topinambur. C'è una sola persona che può darle una mano: il commissario Berganza, una vecchia conoscenza con la passione per la cucina. Lui sa come prenderla. Sa che Vani parla solo la lingua dei libri. Quella di Simenon, Vazquez Montalban o Nero Wolfe e dei loro protagonisti amanti del buon cibo. E tra un riferimento letterario e l'altro le loro strambe lezioni diventano di giorno in giorno più intriganti. Ma la mente di Vani non è del tutto libera. Dimenticare lo sguardo di Riccardo, l'affascinante autore con cui ha lavorato, e la fine rocambolesca della loro storia non è facile. Per fortuna una rivelazione inaspettata prende la sua attenzione: la cuoca con cui sta collaborando confessa un delitto. Un delitto avvenuto anni prima che riguarda una delle famiglie più in vista di Torino. Berganza abbandona i fornelli per indagare e ha bisogno di Vani. Ha bisogno del suo dono che le permette di osservare le persone e scoprirne i segreti più nascosti. Eppure la strada che porta alla verità è lunga e tortuosa. A volte la vita assomiglia ad un giallo. È piena di falsi indizi. Solo l'intuito di Vani può smascherarli.
Anonimo -