Il mondo va interpretato oppure trasformato? Tra questi due estremi si muovono gli intellettuali europei nella prima metà del Novecento, grazie a una riflessione costante e dialettica sulla loro funzione sociale e sul loro rapporto con istituzioni politiche, partiti e organizzazioni internazionali. Indagando e comparando gli scenari culturali di Francia, Germania e Italia, questa ricerca fa emergere le differenti sfaccettature del ruolo degli intellettuali e consente di ricostruire i dibattiti intorno agli strumenti più idonei per imporre le proprie convinzioni e le proprie scelte. Così, in controluce, per ogni contesto nazionale viene disegnata una traiettoria specifica e distintiva, sebbene per numerosi aspetti simile, al punto che persino la comune idea di Europa risulta messa in discussione.
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