La protagonista Séraphine obbedisce senza esitare, perché il suo desiderio di dipingere è forte anche se non ha mai preso una lezione di pittura o di disegno. Dipinge di notte, al lume di una lampada a petrolio, usa solo barattoli di vernice a cui mescola un po' dell'olio santo che arde nella cappella della Vergine. Dipinge unicamente fiori frutta alberi - forse un ricordo della sua infanzia in campagna - mai una figura umana o un volto nelle sue tele. Questa routine è spezzata dall'incontro con il collezionista Wilhelm Uhde, scopritore di Picasso, Braque e del doganiere Rousseau, che la prende sotto la sua protezione e la fa conoscere ai più importanti galleristi di Parigi. Séraphine continua a dipingere tele di impressionante intensità, ma la sua mente è destinata a smarrirsi. Nonostante i tentativi di Uhde di guidarla verso una regolare creatività, la donna è sempre più vittima delle sue ossessioni. Nel 1931 viene ricoverata nell'ospedale di Senlis e l'anno successivo nel manicomio di Clermont, dove resterà fino alla morte nel 1942. Ora i suoi quadri sono nei più importanti paesi del mondo.
Anonimo -