Sessant'anni dopo

Una città di provincia e un quartiere popolare di periferia degli anni '60 del secolo scorso: c'è il boom economico; il numero degli abitanti aumenta; i negozi, pieni di clienti, con registratori di cassa ancora da inventare, fanno ottimi affari; gli uomini si ritrovano al bar; i cinema sono affollati, la TV trasmette soltanto poche ore al giorno su due soli canali; va a votare l'85% degli aventi diritto, divisi tra democristiani, amici di Dio e comunisti, amici dell'Unione Sovietica; la Chiesa fa politica; nelle scuole i vecchi metodi autoritari ed afflittivi cominciano a sgretolarsi di fronte ai nuovi orientamenti pedagogici; gli elettrodomestici entrano nelle case grazie alle cambiali; il sabato si gioca al Totocalcio cercando di indovinare i risultati di tredici partite che si giocano la domenica allo stesso orario; i bimbi giocano a tappini e a soldatini; nei cinema viene presentata un'improbabile lavatrice a mano. In questi sessant'anni sono avvenuti cambiamenti epocali; scandali anche nella città di provincia; morti per lavoro, anche nel quartiere di periferia; morti di eroina, anche nel quartiere di periferia: nel libro si raccontano. E qui siamo. Il mondo di sessant'anni fa era né migliore né peggiore di quello di oggi. Era soltanto diverso.

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