Nel calcio il 7 è sacralità, mistero, magia. Prima che i numeri si smarcassero dai ruoli sul campo, il 7 spiccava sulla schiena di ogni ala destra, funamboli capaci di destreggiarsi tra i mutevoli eventi di qualsiasi partita. Spesso incostanti, a volte in equilibrio precario, ma sempre dannatamente eccitanti. Con il tempo, però, la tradizione dei numeri abbinati al ruolo è praticamente sparita. Oggi, la maglia numero 7 è indossata soprattutto da quei calciatori capaci di regalare emozioni infinite sulla fascia destra attraverso dribbling, fantasia, genialità. Ma viene sfoggiata anche da attaccanti letali, prolifici, dominanti. Un mix di inafferrabili poeti e idealisti bizzosi che rendono la 7 ancor più affascinante. Nel suo secondo libro, Luigi Potacqui li fa salire alla ribalta, portando al centro della scena, oltre ai momenti memorabili in campo, le loro parabole personali, fatte di vittorie e sconfitte, di sicurezze e paure, di picchi di gloria e inesorabili cadute. Perché, dal romantico Nino di De Gregori al celeberrimo Cristiano Ronaldo, il 7 è al tempo stesso un grande onore e un'immensa responsabilità. Il 7, nel calcio, sarà sempre un numero speciale.
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