Che cosa è avvenuto l'11 settembre, dal punto di vista dell'ordinamento internazionale? Si è trattato di un attacco terroristico o di un atto di guerra? E come ha reagito la comunità internazionale? Qual è il significato delle risoluzioni adottate dalle Nazioni Unite? Sono stati 'legittimi', e fino a che punto, i bombardamenti americani in Afghanistan? E ancora: chi comanda, con quali poteri, con quali obiettivi, la forza di 'peace-keeping' dispiegata a Kabul? E come è stata presa la decisione della partecipazione italiana? A interrogativi così essenziali tenta di dare una risposta questo breve saggio, scritto da due profondi conoscitori del sistema delle organizzazioni e delle norme internazionali. Si tratta di uno strumento indispensabile per comprendere i profili giuridico-istituzionali della crisi apertasi l'11 settembre. Con un taglio agile e sempre comprensibile anche per i non addetti ai lavori, gli autori individuano l'importanza e i limiti del ruolo che il diritto e le istituzioni internazionali hanno nella gestione della crisi e nello sforzo di riconciliazione nazionale in Afghanistan. Vengono descritti i vincoli posti dal diritto internazionale all'attività bellica: dal tema dei bombardamenti 'intelligenti' al trattamento dei detenuti a seguito delle operazioni militari.
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