Il documentario mette in luce il Sordi malinconico, quello che dal 1972 alla morte dell'amata sorella Savina prese il posto del Sordi istrionico, brillante del dopoguerra e degli anni '60, raccontato per par condicio, quasi fosse la sua parabola di vita coincidente con quella dell'Italia dal boom e dalla rinascita al progressivo buio sociale.
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