Se già nelle precedenti raccolte Viviani affrontava il tema dell'inconoscibile con una spiccata impronta di invocazione, con questa sua nuova opera, scritta fra il '97 e il '98, dà forma a un vero e proprio poema mistico. Silenzio dell'universo è un itinerario spirituale che ha le sue radici nel pensiero cristiano medievale, nella teologia negativa, ma anche negli antichi testi induisti e buddisti. Il distacco da ogni identità come primo passo per immergersi nel flusso dell'essere diventa, nella progressione vibrante e iterativa dei versi, canto e meditazione, parola speculativa ma soprattutto pronuncia assoluta, quasi un mantra da recitare interiormente. E' un'esperienza radicale che riconsegna alla lingua poetica un ardore contemplativo smarrito da tempo e la ricolloca in un solco che in Italia, oltre a Jacopone, Campanella e Rebora, ha vuto rare testimonianze. E' una poesia che restituisce alla parola l'audacia del senso pieno, indivisibile e, insieme, il nitore della semplicità.
Anonimo -