Charles Bukowski, un autore "contro": contro il perbenismo imperante nella società americana, contro le regole di un gioco sociale nel quale si può solo perdere, contro tutto ciò che limita la sua natura di ribelle. Nei suoi versi il poeta americano fa il controcanto all'opulenta società del benessere, celebrando l'America che nessuno ha cantato, l'America dei diseredati, l'America di chi ha rinunciato a combattere e si limita a sopravvivere, ma proprio nell'essere "fuori" dall'ordine costituito trova la sua forza, la sua voglia, comunque, di andare avanti, di sognare. Versi disperati di rabbia, ma capaci anche di lampi di tenerezza, di romanticismo. Versi che hanno parlato alle generazioni di ieri e che ancora hanno morto da dire a quelle di oggi.
Charles Bukowski nasce ad Andernach, in Germania, il 16 agosto 1920.
Era il figlio di Henry Bukowski, un soldato statunitense e Katharina Fett, una donna tedesca. Nel 1923 l'economia tedesca era al collasso, pertanto decisero di trasferirsi negli Stati Uniti a Baltimora.
La sua infanzia è stata segnata da un padre che spesso era senza lavoro a causa della Grande Depressione e sfogava le sue frustrazioni picchiando il figlio. Il giovane Charles iniziò così a bere in giovane età come forma di ribellione nei confronti del padre.
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