Dalla prefazione di Silvia Treves:
Pagina dopo pagina, SPS rivela ulteriori piani di lettura, che - come nei migliori romanzi fantastici - si spalancano sotto i piedi di chi legge incrinando la sua percezione del reale, la convinzione che tutti condividiamo, nonostante le mille evidenze contrarie, che il mondo sia intelligibile e razionale, i nessi di causa ed effetto chiari, i moventi altrui e i propri, se non spiegabili, siano almeno comprensibili. Poi il meccanismo perfetto della narrazione ha un altro scatto e un piano ancora più profondo viene alla luce: quello degli interrogativi etici, di ciò che è accettabile, sopportabile, intollerabile.
A questo punto uscire da SPS diventa impossibile: per leggere le ultime venti pagine mi sono alzata di notte. E sono tornata a dormire piena di inquietudine.
SPS è una lettura davvero notevole, frutto di una scrittura dosatissima, di una struttura ben orchestrata e di una sensibilità tenuta a freno e ben diretta da ironia e dalla capacità di esplorare il dubbio. E dimostra, come tutti i testi di Giorgi e come tante opere amate da noi lettori, che il genere fantastico parla di noi e del nostro mondo presente anche quando, apparentemente, ce ne porta lontani.
Anonimo -