Giovane e bellicoso figlio di immigrati italiani, Arturo Bandini è uno scrittore a caccia di lavoro e di fama a Hollywood.
Un suo racconto, appena pubblicato su una rivista, colpisce la fantasia di un noto agente letterario, che gli affida la revisione di un orribile manoscritto della ricca e bella Jennifer Lovelace.
La sua carriera parrebbe in rapida ascesa, anche un ricco produttore cinematografico lo ingaggia, offrendogli somme spropositate... per non scrivere un bel nulla.
Arturo si sente uno scrittore in gabbia, i suoi tentativi di sedurre Jennifer vanno a rotoli, e l'ambiente di Hollywood si rivela del tutto infido e poco stimolante.
Perfino l'incontro con uno dei suoi miti, il grande scrittore Sinclair Lewis, si traduce in una delusione cocente.
Che fare? Bandini reagisce nello stile a lui consono: viaggi, fughe, sodalizi temporanei e clamorose rotture, corteggiamenti più o meno maldestri, perfino un'improbabile storia con la padrona dell'albergo dove alloggia...
Scritto nel 1982, questo è l'ultimo romanzo di Fante, ed è una splendida testimonianza su e contro il grande tempio del cinema.
Come scrive Tondelli nella prefazione: "Fante sceglie Hollywood per salutare il mondo. Sceglie, con la vitalità e la sfrontatezza che tanto amiamo in lui, il centro vitale della sua nevrosi: il paradiso-inferno di Bunker Hill; questa non è non solo la sua migliore sceneggiatura - infatti vediamo, distintamente, tutto quel che ci racconta - ma anche il suo libro più efficace e, forse, più bello".
Anonimo -