"La nostra letteratura ricca è ancora di significative opere inedite o disperse, e benemeriti sono i critici e i filologi che recano in luce quanto giace nei fondi delle biblioteche e vale l'ardua e avventurata pena di essere offerto al raffinato e attento lettore che non sia reso ottuso dalle fuggevoli e precarie mode. Dopo aver pubblicato, nel 2008, la tragedia Camilla di Antonio Liruti da Udine (1773-1812), l'attenzione di Michael Lettieri e Rocco Mario Morano è ora dedicata ai sonetti che lo scrittore compose a diverse riprese, ciascuno in celebrazione e commento in versi di una tragedia dell'Alfieri come dimostrazione del valore e dell'originalità dell'Astigiano quale creatore del genere tragico, di assoluta modernità in quanto rivelatore dell'orrore e della malvagità feroce dei tiranni o proclamatore della libertà come valore. Notevole è la capacità del Liruti di condensare in ciascuno dei suoi sonetti l'argomento, lo sviluppo e il messaggio della tragedia alfieriana. Non manca nulla dell'intento e dello svolgimento della tragedia dell'Alfieri: in più, c'è la celebrazione dell'opera, perché il Liruti vuole ribadire il senso dell'idea di tragedia dell'Astigiano in funzione dell'idea militante della letteratura nel tempo delle decisive metamorfosi." (dalla prefazione di Giorgio Barberi Squarotti)
Anonimo -