Un giorno, davanti alla televisione, per la prima volta Simona riconosce negli occhi del figlio la paura. E non è la paura catartica delle fiabe, è quella suscitata dalla violenza del mondo. La frase usata fino ad allora per proteggerlo - «sono cose da grandi» - non funziona più. Così decide di rivolgersi a lui, con semplicità, per dirgli ciò che sulla paura ha imparato. Ma anche per raccontargli la dolcezza di una vita quotidiana a due, tra barattoli pieni di insetti e scatole magiche dove custodire i propri desideri. Scrivendogli scopre la propria fragilità, e in questa fragilità, paradossalmente, una forza.
La recensione del libraio
Spiegare cos'è la paura al proprio figlio non è mai facile. Non ci resta altro che descriverla attraverso le nostre esperienze.In ognuno di noi c'è una fragilità inconscia che il più delle volte può trasformarsi in una forza che ci fa andare avanti nella vita quotidiana nonostante tutto quello che succede nel mondo./p> Rosaria Pastore, Mondadori POint Benevento (BN)
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