Il poeta sloveno Sreko Kosovel, scomparso appena ventiduenne (è nato a Sežana nel 1904 ed è morto a Tomaj nel 1926), si è imposto con la sua straordinaria opera poetica come eminente rappresentante lirico del tormentato periodo che seguì il primo conflitto mondiale. Figlio della pietrosa landa carsica, che si apre sul mare come una vasta terrazza di scure pinete, è innamorato della sua terra e delle sue verdi rugiade, ma è anche angustiato nel vivere linfausta sorte che le è toccata nel non poter esprimere la propria identità. Cosciente delle contraddizioni sociali e politiche in cui versa lEuropa, ne prevede il catastrofico futuro affermandosi così come uno tra i più espressivi poeti del Novecento. Formatosi nellasburgica Lubiana ma a un tempo partecipe dellinflusso dellambiente culturale sloveno triestino, Kosovel fonde nella propria lirica la complessa sensibilità mitteleuropea con latmosfera mediterranea sfavillante di luce. Questa fusione, che spesso è dialettica e, come tale, messa in rilievo dal poeta stesso, è uno dei pregi dei canti kosoveliani. La loro ricca sfaccettatura è stata ben evidenziata dallautore del saggio monografico, avvicinandoci a un tempo la figura e larte di Kosovel.
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