Una saga familiare costruita come un mosaico: Storia del figlio racconta la verità di una famiglia nelle sue pieghe più profonde, quelle che scavano le gallerie della vita.
Il figlio è André. La madre, Gabrielle. Il padre è sconosciuto. André viene cresciuto da Hélène, la sorella di Gabrielle, e suo marito: coccolatissimo, unico maschio fra le cugine. Ogni estate ritrova la misteriosa Gabrielle, che ha scelto di vivere a Parigi e torna a trascorrere le vacanze in famiglia. Ma facciamo un passo indietro. Chanterelle, 1908: Armand e Paul Lachalme sono due gemelli di cinque anni, figli di albergatori; una mattina, la domestica rovescia una pentola dacqua bollente su Armand. 1919: il sedicenne Paul Lachalme, che conosce i primi turbamenti erotici, vive in un collegio dove, malato di bronchite, viene curato da uninfermiera venticinquenne, Gabrielle Léoty. Figeac, 1950: il venticinquenne André, figlio di Gabrielle Léoty e di padre ignoto, è stato partigiano e si sposa con Juliette, la quale gli dice che Gabrielle le ha confidato il nome del padre ignoto: è lavvocato Paul Lachalme, quarantasette anni, che vive a Parigi. A mettere insieme tutti i pezzi è la magistrale penna di Marie-Hélène Lafon, che conduce il lettore in un viaggio lungo centanni, cosparso dei drammi grandi e piccoli che caratterizzano ogni esistenza.
«Ogni famiglia è un caleidoscopio di finzioni, e finché ci saranno bugie e contraddizioni da raccontare, le storie sulla famiglia resteranno. E molte di queste saranno buone storie, generose con i personaggi e con il tempo come Storia del figlio di Marie-Hélène Lafon, elegante e illuminata nel far ruotare un romanzo attorno alla ricerca di un padre, per capire dove nasce il sortilegio di una famiglia e dove, con una certa bellezza, poi un giorno lincantamento si spezza».
Claudia Durastanti
«Storia del figlio intreccia, intorno alla nascita di un bambino dal padre sconosciuto, una genealogia scompigliata, appassionante. È un racconto di assenze profonde, di silenzi e ineffabili dolcezze, di impudenze e tragedie insostenibili. Destini che giocano a mosca cieca. Una tela di fondo che si dispiega lungo un intero secolo, sullo stesso piano degli animi, degli individui».
«Le Monde»
«Marie-Hélène Lafon piega il tempo, le famiglie, i legami, le tragedie e le gioie in cerchi narrativi perfetti, scandisce la sua prosa carnale con espressioni deliziose, anima i quadri viventi di ogni epoca, fino a far luce sullincidente avvolto dal segreto. Il finale smuove le lacrime, ma lo fa con una delicatezza dignitosa, quella della letteratura che mette a nudo la vita».
«Le Point»
Anonimo -