Ibra ha diciassette anni. È nato in Italia da genitori senegalesi, vive in un quartiere difficile e parla italiano con linflessione veneto-friulana tipica di Portononcello, sua città natale. Gli piace il kebab e adora leggere. Sua madre è mancata quando aveva appena sette anni ed è cresciuto con il padre, un omone che per lavoro distribuisce volantini pubblicitari e che da giovane era un campione di Laamb. Sarà lui a portarlo in Senegal e affidarlo per qualche tempo al nonno, in un viaggio a ritroso in cui Ibra si sentirà spaesato, ma anche rapito da suoni e colori che non conosceva.
Al suo ritorno in Italia, si rivela un vero fuoriclasse a calcio, ma lui sembra non voler assecondare il proprio talento, cosa che fa infuriare il suo Mister. La sua squadra è lunica cosa buona in quel quartiere, dove due gang giovanili - quella albanese e quella africana - si contendono il controllo dello spaccio della droga.Ha un amico del cuore, Marco, che considera come un fratello e il cuore pieno di amore per Aurora, una sua compagna di classe. Ma Aurora è la sorella di Valon, il capo degli albanesi, mentre Ibra è il cugino di Souleymane, il capo degli africani. E come in una West Side Story allitaliana, la loro relazione porterà la rivalità tra le due gang fino a un punto estremo di non ritorno.
In un mondo pieno di rabbia, in cui tutti sembrano solo voler fare la guerra agli altri, cè ancora spazio per lamore? La risposta è racchiusa in un origami azzurro che Ibra ha regalato ad Aurora e che custodisce un segreto prezioso.
Anonimo -