La storia di una passione privata alla fine dell'ancien régime, concretata in un museo di storia naturale e nei frutteti linneani, getta un fascio di luce sulle intricate connessioni tra cultura aristocratica e cultura scientifica. Attraverso lo studio di fonti archivistiche primarie - corrispondenze, libri di conti, cataloghi, inventari, immagini - l'autore restituisce l'universo di relazioni, a scala italiana e europea, di una grande famiglia dell'aristocrazia genovese; i Durazzo e la loro figura dominante nel secondo Settecento, Giacomo Filippo III. La ricostruzione e la ricchezza descrittiva fanno emergere l'intreccio fra pratiche di socialità, sensibilità storico-artistiche e gusti culturali, affari commerciali, investimenti finanziari e interessi diplomatici. Le collezioni d'arte, di libri, di stampe, di "produzioni naturali" e di strumenti scientifici, tra classicismo e Rivoluzione, diventano così il terreno sul quale è possibile osservare la costruzione di competenze e la formazione di una identità culturale che rivelano la corrispondenza col processo di civilizzazione e una forte omogeneità con le nuove esperienze delle élites colte europee.
Anonimo -