Un libro di racconti, scritto con il sentimento e la nostalgia di chi può, per averli vissuti, porre a confronto gli anni '50 del secolo scorso con la stressante e frenetica vita dei nostri giorni. Non si tratta di rimpianto per la giovinezza trascorsa, ma di una oggettiva analisi della diversità nei rapporti tra le persone, tra queste e le cose, nel modo di vivere affetti e relazioni. Moccia, la cui lucida e piena scrittura gli consente di esporre al lettore le sottili sfumature del suo pensiero, non di rado pervaso da un sottile humour, osserva con saggezza e razionalità le differenze e compiange le nuove generazioni, destinate ad un mondo certo più tecnologico ma non per questo preferibile. Ma si può tornare indietro? A chiusura del libro, il racconto "Un'allucinazione paradossale", divertissement dell'autore in contemplazione del suo triste trapasso.
Anonimo -