Otto uomini della piccola e media borghesia raccontano le loro storie, i loro pensieri, le loro paure, i loro "vizi". Nell'impossibilità di sentirsi liberi in una società dei consumi che impone il suo ethos ciò che li accomuna è il coraggio di osare, di fare o di dire, anche a costo di essere "irregolari", ai margini giustamente o ingiustamente, giudicati e giudicabili. Sono personaggi che dividono: o si amano o si detestano, si perdonano o non si perdonano. Un piccolo saggio di umanità che mostra al lettore come attraverso l'abiezione si possa anelare (forse) a un mondo migliore. Chi è irregolare? Siamo noi o l'intera società? Forse è la stessa cosa?
Anonimo -