Il nome di Camillo Golgi (1843-1926) è legato a una svolta fondamentale nelle conoscenze sulla struttura del sistema nervoso: grazie alla scoperta del 1873 della "reazione nera", un metodo di colorazione basato sull'uso di sali di cromo e argento, fu infatti possibile osservare per la prima volta nei dettagli cellule e trame nervose. L'affascinante realtà che Golgi osservò al microscopio non aveva tuttavia una evidenza immediata, filtrata com'era dai presupposti teorici che incanalavano lo scienziato pavese verso interpretazioni diverse da quelle di altri scienziati, come lo spagnolo S. Ramòn y Cajal, che condivise con lui il Premio Nobel nel 1906. Cajal, sosteneva, e giustamente, che i neuroni avevano una loro autonomia funzionale; Golgi, invece, immaginava che il cervello fosse costituito da un coacervo di cellule, unite da una rete intricata, dotata di una propria autonomia.
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