Ted Hughes e Sylvia Plath si riconobbero subito a vicenda come geni poetici, la loro alleanza sopravvisse perfino alla morte della Plath. Sylvia si prodigò per diffondere le poesie di lui e fu in gran parte a lei che Hughes dovette l'affermazione sulla scena poetica anglosassone. Per tutti i sei anni del loro matrimonio i due lavorarono fianco a fianco, in un rapporto poetico insieme simbiotico e rispettoso dell'individualità l'uni dell'altra. Il suicidio della Plath incupì per molti anni la visione poetica di Hughes, convinto che il poeta sia una sorta di sciamano impegnato in un viaggio nel mondo infero della natura umana. Il lavoro sulle poesie di "Ariel", e poi la lettura delle lettere e dei diari di Sylvia in vista della pubblicazione segnò una ripresa del dialogo tra Hughes e Plath che sfociò nella composizione di "Lettere di compleanno", raccolta in cui Hughes racconta il proprio mito, che è anche quello di lei.
Anonimo -