"Seguire i tre fiumi nel loro tratto svizzero per iniziare a districare la complessa matassa della mia identità. Questa l'idea, almeno per la partenza. Il resto, poi, si vedrà". Inizia così, al triplice spartiacque del Piz Lunghin in Engadina, il viaggio dell'autore attraverso la Svizzera alla ricerca di risposte identitarie non sempre facili da trovare per chi, come lui, è nato in Ticino ed è separato dal resto del Paese, oltre che dalle Alpi, anche da una distanza linguistica e culturale. I fiumi le cui sorgenti si trovano su quella montagna, l'unico spartiacque europeo verso tre mari, sono la Meira (in Italia Mera) che finisce nell'Adda e nell'Adriatico; il Reno che sfocia nel mare del Nord e l'Inn che attraverso il Danubio raggiunge il Mar Nero. Il libro è diviso in quattro parti: la prima è dedicata alle montagne e al formarsi dei confini sul lato meridionale della catena alpina; la seconda si sofferma sul significato identitario sempre delle montagne - attraversate con il treno da Tirano a Zermatt - con particolare attenzione al Cervino e al San Gottardo; la terza parla dei luoghi attorno al lago dei Quattro Cantoni in cui ha avuto origine la Confederazione ed è ambientata la leggenda di Guglielmo Tell; l'ultima si occupa del ruolo di città quali Zurigo, Basilea e Ginevra legate a temi centrali, a volte controversi, della storia svizzera come la Riforma, la neutralità o la politica dell'accoglienza.
Anonimo -