Con la crisi ucraina ha fatto irruzione sul palcoscenico della geopolitica un nuovo tipo di conflitto: la guerra ibrida. Crimea e Donbass sono un esempio di guerra non dichiarata condotta da un Paese, la Russia, contro un altro utilizzando mezzi non convenzionali. La Crimea è stata annessa alla Federazione Russa mentre il Donbass si sta trasformando in un conflitto irrisolto a bassa intensità, come quelli di Ossezia meridionale e Abkhazia in Georgia, Transnistria in Moldavia e Nagorno-Karabakh in Azerbaigian, di cui si racconta in questo sobrio e approfondito reportage giornalistico. Da più di vent'anni, dall'alba dell'indipendenza, Armenia, Azerbaigian, Georgia e Moldavia vivono in uno stato permanente di guerra-non-guerra che di fatto è un regime di sovranità limitata imposto da Mosca, cui ora si è aggiunta l'Ucraina. L'unico Paese del Partenariato Orientale ancora libero, per ora, da guerre è la Bielorussia del dittatore Lukašnko, legato a doppio filo con Putin. Guerra congelata, guerra di propaganda, guerra ibrida. La pace sembra un miraggio per le terre di mezzo schiacciate fra Unione europea e Unione economica euroasiatica.
"In quella fascia di Paesi si è spostato il Muro. Non per proteggere il comunismo dal seducente luccichio dell'Occidente, ma per marcare quel territorio di competenza che il presidente russo Putin considera `vitale'. In molti di questi Stati, che Bergamaschi ha visitato decine di volte, vivono popoli inquieti che coltivano aspirazioni represse, in un clima di pericolo latente. Per loro e per la stabilità del mondo". (Giuseppe Sarcina)
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