La Torino fascista e quella antifascista, la guerra di Spagna, la Resistenza, l'anticomunismo militante degli anni Cinquanta. Ma soprattutto il progetto di un'azione politico-militare, passata alla storia come "golpe bianco", che avrebbe dovuto fare dell'Italia una Repubblica presidenziale tagliando fuori i comunisti. A dieci anni dalla scomparsa di un protagonista della nostra storia del Novecento, ritorna un libro fondamentale per capire un ampio capitolo del passato. E riemerge la figura di un uomo che ha attraversato le vicende della nazione, non sottraendosi mai alle battaglie - giuste o sbagliate - che i valori in cui credeva gli imponevano di portare avanti. Il suo testamento è il racconto di chi ha creduto alla politica tanto da affidarle la vita, una confessione senza reticenze né rimpianti il cui apice sta proprio nella rievocazione di quel golpe fallito, che - caso più unico che raro, nell'Italia dei misteri - oggi non ha più segreti né zone d'ombra. Salvo quelle che "negazionisti" e complottasti di varia natura ancora vogliono vedere, a costo di negare la verità.
Anonimo -