Dal creatore del racconto poliziesco, un'indagine dai contorni noir per un detective ambizioso e dall'intuito eccezionale Pubblicato nel 1841, quando Poe era editore, questo racconto è il primo poliziesco della storia della letteratura, al quale guarderanno romanzieri e scrittori di gialli dalla fama intramontabile. Auguste Dupin, detective irriverente con un fiuto straordinario, e il suo fedele aiutante si trovano a dover risolvere un caso di duplice omicidio, ma gli indizi raccolti sembrano condurre a una verità alquanto improbabile. «Brutale e duplice omicidio in quel di Rue Morgue, nel cuore di Parigi»: così tuonano le prime pagine dei giornali. Una donna è stata trovata riversa in cortile con la gola tagliata e la figlia, giovane e da maritare, porta i segni di uno strangolamento, mentre il suo corpo giace scomposto nel camino. Le finestre erano chiuse dall'interno, come la porta, che è stata sfondata dai primi soccorritori. I testimoni accorsi al rumore delle urla giurano di aver udito qualcuno parlare in francese, ma anche degli strani suoni in una lingua stridula e incomprensibile. Atterrita e impotente, la polizia si aggira per la casa in cerca di risposte, quando Dupin si affianca all'indagine in corso, svelando così le sue doti di abile investigatore. Accompagnato dal giovane aiutante, nonché voce narrante del racconto, Dupin scopre un ingegnoso meccanismo al telaio delle finestre, un piccolo indizio che permette di ricostruire le dinamiche dell'assassinio. Tutto combacia agli occhi del detective, ma quello che sembra inconcepibile è che possa esistere un essere umano capace di compiere una simile impresa: chi, o meglio, che cosa è il colpevole? A Dupin l'ultima parola.
Edgar Allan Poe è nato a Boston (USA) nel 1809 da una famiglia di attori girovaghi. Non ebbe modo di conoscerli approfonditamente poiché la madre morì quando ancora era un infante e il padre, alcolizzato, abbandonò la famiglia subito dopo la morte della moglie. Il piccolo Edgar fu quindi allevato da un ricco mercante di Richmond di nome John Allan.
Anche Edgar Allan Poe era solito deliziarsi dell'uso di alcool e gioco d'azzardo, motivo per cui John Allan lo estromise dal testamento.
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