"Mentre Paul Valery scrive 'un cristallo, un fiore, una conchiglia emergono dal consueto disordine dell'insieme delle cose sensibili ... possiamo imitare queste forme singolari ma non comprendiamo la loro formazione', è proprio nel tentativo di oltrepassare questa impossibilità stringente che si trova il senso del fare scultura di Cragg. E curioso vedere come nei decenni e nei diversi passaggi tematici affrontati dallo scultore si parta dal riuso di oggetti seriali e si arrivi a considerare le variegate espressioni della natura, cercando di pervenire al paradigma di questa multiformità, o forse della vita stessa (...) vi è, dunque, di sottofondo una visione dell'uomo e della natura che lascia presupporre una profonda riflessione da parte di Cragg circa la nostra avventura all'interno di un sistema esistenziale complesso". (Flavio Arensi)
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