Communicatio in sacris è lespressione con cui la Chiesa di Roma ha cercato di definire e disciplinare ogni forma di partecipazione di un cattolico alle celebrazioni liturgiche e ai sacramenti di un culto non cattolico. Tra il XVII e il XVIII secolo, tale fenomeno era particolarmente diffuso nel Mediterraneo orientale e nellImpero ottomano, in seguito agli sforzi dei missionari europei per la conversione delle comunità cristiane locali. Questo libro analizza le pratiche comprese sotto questa etichetta come punto di partenza per una riflessione più approfondita sul processo di costruzione delle identità confessionali nel Levante di età moderna. Oltre a studiare il dibattito teorico sulla questione, lattenzione principale è volta a ricostruire i diversi contesti sociali, politici e religiosi che rendevano inevitabile la communicatio. Le relazioni tra latini e greci sono analizzate nel caso dellarcipelago egeo delle Cicladi e nelle isole Ionie sottomesse alla Repubblica di Venezia. Gli scontri tra i cristiani orientali convertiti al cattolicesimo e quelli rimasti fedeli alla propria Chiesa dorigine sono studiati attraverso le comunità armene di Costantinopoli e dellAnatolia orientale. Lanalisi si fonda su di un ampio ventaglio di fonti, prodotte soprattutto dalla rete consolare francese nel Levante e dalle congregazioni romane di Propaganda Fide e del SantUffizio.
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