Suspense, amore per la buona tavola, voglia di vivere con il sorriso sulle labbra. Perché anche i drammi e le difficoltà si affrontano meglio con il buon umore.
Una sorta di inno alla vita quello che Rosario Santacroce fa vivere ai suoi lettori. Il protagonista è un cronista quarantenne salentino che vive a Bologna e lavora per un quotidiano locale. Un uomo rude e razionale, loquace e carismatico, amante di tutto ciò che può essere assaporato in ogni istante dell'esistenza come se fosse sempre l'ultimo ad essere vissuto.
Soprannominato Saru (è il nomignolo che nel Salento danno a quelli che si chiamano come lui) segue i casi di nera che accadono in città. Come spesso accade, qualche volta il lavoro lo segue anche in ferie perché il vero cronista maledetto non stacca (quasi) mai la spina. Ed è probabilmente per questo che si trova invischiato nell'omicidio di una facoltosa turista bolognese come lui in vacanza alle Isole Tremiti.
Il romanzo è colorato di simpatiche citazioni dialettali salentine, denota cura e attenzione per la gastronomia, i gusti e gli usi di quella parte d'Italia baciata dai due mari e contiene il giusto mix di erotismo e suspense.
L'autore racconta al lettore i dispetti e le relazioni tra colleghi, gli fa leggere veri articoli di cronaca e di colore e gli riserva colpi di scena nelle indagini fino all'imprevedibile epilogo finale.
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