Questa raccolta, che presenta le poesie composte da Charles Bukowski nel decennio 1955-1965, raccoglie, nelle parole pronunciate dallo stesso scrittore nel 1974, "quelli che considero i miei migliori lavori degli ultimi diciannove anni". Ed è veramente un Bukowski al suo meglio, quello che parla in questi versi. Attraversati da un'ironia mordace, da una forza dirompente, da una malinconia corrosiva che vibra in ogni pagina, essi raccontano il mondo del grande poeta attraverso i suoi temi classici, le sue ossessioni: l'alcol, le donne, le scommesse ai cavalli, l'insopprimibile desiderio di autodistruzione che da sempre accompagna questo ribelle, questo outsider del grande sogno americano. In questo suo mondo alla deriva Bukowski si perde alla disperata ricerca di un senso dell'esistenza. E forse sta proprio solo nella poesia la possibilità per lui di trovare una redenzione, una forma di salvezza.
Charles Bukowski nasce ad Andernach, in Germania, il 16 agosto 1920.
Era il figlio di Henry Bukowski, un soldato statunitense e Katharina Fett, una donna tedesca. Nel 1923 l'economia tedesca era al collasso, pertanto decisero di trasferirsi negli Stati Uniti a Baltimora.
La sua infanzia è stata segnata da un padre che spesso era senza lavoro a causa della Grande Depressione e sfogava le sue frustrazioni picchiando il figlio. Il giovane Charles iniziò così a bere in giovane età come forma di ribellione nei confronti del padre.
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