Ritratti di amici di un'esistenza intera, incastonati in racconti di memoria: persone nella vita di una scrittrice, restate nella sua fantasia prensile, sullo sfondo di una quotidianità sorprendentemente cangiante dal dopoguerra ad oggi. Alcune sono figure lontane, incontri brevi, a cui solo un movimento del destino ha permesso di non sbiadirsi del tutto; altri compagni di strada da sempre (qualcuno è stato anche un personaggio illustre). Immagini colte in un momento che li sopraffà tutti, come cercando quello che ne ha fissato nel modo più chiaro la personalità, la più veritiera realtà umana, fosse pure quella riflessa nel semplice gesto che mette in risalto una particolare postura, una linea del corpo. E' questo un modello splendidamente letterario del ricordare persone, che le raffigura nel loro essere autentico pur raccontando minime avventure. Secondo lo stile di questa limpida pittrice di interni borghesi, dotata del tocco incantevole capace di rivivere il passato facendone emergere l'ironia dove ci si aspetterebbe la nostalgia. Mila Stella ritrae persone che hanno attraversato la sua vita, figure in movimento cui non fa mancare il suo sguardo a volte melanconico, a volte divertito, sempre sincero. Si va indietro nel tempo, al dopoguerra, al primo impatto con la Sicilia, e poi agli anni iniziali di insegnamento via via fino all'oggi. E' lungo la strada che la Adorno percorre volti più noti e meno noti: Anna Banti, direttrice della rivista "Paragone" insieme al marito Roberto Longhi; Carlo Muscetta, l'insigne italianista; Luciano Dondoli, filosofo crociano; Rosario Assunto, professore di estetica; Niccolò Gallo, filologo e critico; Gugliemo Petroni, poeta e scrittore. Tutta la nostra vita, sembra dire la Adorno "è presente in noi in ogni momento, il passato è sempre 'adesso' indipendentemente dal fatto che lo sappiamo o no" (K. Brandys) . Su tutto e tutti svettano i paesaggi della Adorno, i suoi "luoghi dell'anima", Pisa, e la Toscana, Roma, ma soprattutto la Sicilia e Catania, "fu proprio quel mondo, così diverso dal mio, in cui mi trovai, a esasperare il bisogno di raccontare che da sempre espletavo a voce".
Anonimo -