Il successo di Beniamino Joppolo nel dopoguerra milanese avviene soprattutto con questi tre romanzi. Joppolo dispone dell'interesse di una casa editrice importante, quella di Valentino Bompiani, con la quale pubblica nel 1945 "La giostra di Michele Civa" e nel 1949 "Un cane ucciso". Questi due romanzi, con il lavoro teatrale "I carabinieri" (scritto nel 1945) costituiscono l'asse centrale della sua opera, che si teorizza, sempre in quegli anni, con l'elaborazione dell'Abumanesimo. A dar corpo al pensiero abumanista concorre un piccolo romanzo scritto e pubblicato, con sei disegni originali di Giuseppe Migneco, nell'immediato dopoguerra, Tutto a vuoto (Milano, 1945). La connessione tra questi tre romanzi e i due saggi abumanisti è analizzata con molta chiarezza e semplicità da Domenica Perrone nelle pagine su "Un cane ucciso", ed a completare questa cornice critica il saggio di Giorgio Barberi Squarotti sulla "Giostra di Michele Civa", che qui si ripropongono nell'appendice a fine volume.
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