Il libro nasce come diario di un maestro elementare al primo incarico che, a metà degli anni '50, ha svolto il non facile compito di docente nelle scuole sperdute sui monti dell'Alto Jonio cosentino. Le sue riflessioni, annotate nelle interminabili sere passate alla luce della lanterna, rappresentano le aspirazioni di un insegnante, impegnato ad alimentare nei ragazzi la speranza di un futuro migliore. Nel testo sono riportati pensieri, schizzi di vita contadina e drammatici episodi legati a eventi naturali estremi. I racconti sono un omaggio all'opera silenziosa dei maestri e alla fiera gente contadina che li ha accolti con rispetto e amore. Il libro è dedicato anche ai tanti calabresi che si sono affermati in tutto il mondo, i cui nonni o genitori sono emigrati da quella terra arcaica, ma profondamente autentica.
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