Si, perché questo mio racconto è un viaggio, anzi il racconto di un viaggio: quello attraverso l'incontro e lo scontro con un ospite indesiderato e pernicioso che, all'inizio, ho addirittura temuto di chiamare per nome, apostrofandolo, in maniera neutra "l'ospite", in maniera sprezzante "il bastardo". Questo viaggio dentro il male, la sofferenza, la speranza e la remissione si è dipanato dall'evidenza di un carcinoma piuttosto impegnativo, per proseguire con la chemioterapia neoadiuvante e il successivo intervento chirurgico, fino alla dimissione dall'ospedale con la conseguente ripresa di tutte le funzioni e degli interessi quotidiani. Un viaggio non ancora concluso in considerazione degli opportuni controlli programmati. È stato un viaggio anche all'interno di me stesso, un riepilogo della mia vita attraverso alcune tappe per me particolarmente significative. Quasi un film a immagini fisse che ho riavvolto più e più volte. Ricordi di persone e avvenimenti che mi hanno segnato e formato, riemersi dalla palude proustiana della memoria. Evitandomi il naufragio.
Anonimo -