Peorin è uno scienziato nella scienza della vita; è abilissimo a farsi amare, ma il suo cuore resta vuoto.Non prova un briciolo d'amore, per la principessa che ha sedotto per capriccio, anzi peggio, per umiliare un amico; e anche la splendida selvaggia che gli ha fatto assaporare qualche brivido lo lascia presto insoddisfatto.Persino Vera, l'unica che forse ha amato veramente, non è altro che un'ombra, per lui, il conforto di una scintilla.La sua sete è insaziabile, vuole tutto e non gli basta mai; le sofferenze e le felicità degli altri contano solo in rapporto a lui.Prima lo vediamo da lontano, nel racconto di un viaggiatore incontrato per caso; si avvicina quando appare al narratore durante una tappa del viaggio. Peorin ha un aspetto insieme fragile e forte, quella bellezza strana che piace alle donne. La sua biancheria è di una pulizia accecante, ma i suoi occhi non ridono quando ride lui.Arriviamo poi a sentire la sua voce, la sua inquietudine, nelle pagine dei suoi diari.Eppure resta sempre inafferrabile: una domanda senza risposta, una malattia senza cura, una provocazione bruciante.La letteratura è piena di personaggi malvagi; perché allora proprio l'immoralità di Peorin dà tanto fastidio? ci chiede Lermontov. Forse perché è un ritratto fedele dell'uomo contemporaneo? Perché c'è in lui più verità di quanto vorremmo?Quasi due secoli dopo, i `vizi' di Peorin sono più attuali che mai.L'immagine di El' Lisickij, suggerita da Paolo Nori per la copertina, pone la domanda frontale: E tu?
Anonimo -