"E' un paese delle Meraviglie perverso e malato, e io sono Alice". Così Hollywood appare a David Henry Sterry, che sbarca con pochi dollari in tasca e non sa neppure dove andrà a dormire, ma ha in compenso diciassette anni, pantaloni aderenti e una T-shirt troppo stretta "con la lingua dei Rolling Stones che slurpa il mondo". Dopo una notte brutale e qualche settimana passata a friggere polli in un fast food, David comincia una carriera di marchettaro d'alto bordo che durerà un anno, dal 1974 al 1975. Questa è la storia di quell'anno. Quando, per la prima volta, gli squilla il cercapersone, David è ben lungi dall'immaginare le sontuose magioni in cui verrà convocato a qualsiasi ora, e le donne ricchissime e infelici che richiederanno i suoi servigi: gli capiterà di dover lucidare l'argenteria con indosso un grembiulino nero di voile e nient'altro, mentre due signore amoreggiano alle sue spalle; o di provare invano a sedersi nella posizione del loto sul letto di un'attempata figlia dei fiori che gli insegna il sesso tantrico. Come è ben lungi dall'immaginare le fantasmagoriche orge in maschera "nel Fuso Orario della Trombata", o quella che diventerà la sua nuova famiglia: la comunità di ragazzi e ragazze che nel dopolavoro affollano l'appartamento del loro magnaccia, condividendo "barzellette e usi e costumi proprio come gli avvocati, i massoni e gli astronauti". Di pagina in pagina, in un delicatissimo equilibrio fra glamour e squallore, Sterry ci accompagna in un viaggio allucinato, doloroso e straripante di humour che sarà difficile dimenticare.
Anonimo -