Ci furono pochi soddisfatti anni in cui all'esteta Truman Capote capitò di vivere a Brooklyn Heights, un insospettato mondo a sé. Brooklyn Heights era un residuo del passato: case dal sapore coloniale uscite quasi intatte dal Settecento e dall'Ottocento americano, ampie, immerse nel verde, che una mista enclave di intellettuali, di artisti, di eccentrici era andata quietamente a occupare come un esercito della salvezza. In poche pagine di qualità strepitosa tornano a vivere Abel, la leggendaria spia russa in incognito, il folle antiquario Knapp, la vecchia signora dei gatti: personaggi pittoreschi di un quartiere-teatro.
Anonimo -