Federico Caffè è stato uno dei più importanti economisti italiani del secondo Novecento. Tutti ne hanno sentito parlare (e ne parlano ancora), ma pochi lo conoscono veramente. Per molti versi, infatti, a Caffè è toccata la stessa sorte del suo maestro, J.M. Keynes: vedere il proprio pensiero tramandato ai posteri in forma annacquata e addomesticata, reciso dei suoi aspetti più radicali e controversi. Questo è accaduto anche perché, in oltre trentanni trascorsi dalla sua misteriosa scomparsa, non è mai stato scritto un libro divulgativo sul pensiero economico-politico di Federico Caffè. Una civiltà possibile colma, finalmente, tale vuoto. Attraverso unattenta disamina dellenorme produzione scritta delleconomista italiano, Thomas Fazi ricostruisce levoluzione di un pensiero eretico, restituendolo alla comunità in tutta la sua straordinaria lucidità e radicalità. Ne emerge un Caffè distante anni luce dallimmagine ingessata e moderata della narrazione istituzionale; un Caffè ferocemente critico nei confronti del capitalismo ma anche di un PCI subalterno alla cultura liberista; che denunciò prima di tutti i pericoli della controffensiva neoliberista; che si oppose strenuamente al processo di unificazione monetaria europea e allideologia del vincolismo, anticipandone gli effetti distruttivi per leconomia italiana; un Caffè militante, protagonista di tutti i principali dibattiti economici dei turbolenti anni Settanta e Ottanta; ma soprattutto è questa senzaltro la sua lezione più preziosa un Caffè che si è battuto tutta la vita per mostrare che unalternativa è sempre possibile.
Anonimo -