Vanni, abbandonato con la sorellina da una madre giovanissima, che non riesce ad assumersi la responsabilità di due bambini da allevare da sola, riuscirà a costruirsi una famiglia, ma resterà per sempre segnato dal passato. Con lui dovrà confrontarsi la figlia Donatella, per liberarsi dal bisogno di controllo e di dominio del padre, ma questa liberazione non potrà prescindere dalla comprensione e dal perdono.
Questo romanzo è una storia di resilienza, di amore, di abbandono, di ricerca di sé, di senso di maternità, ed è al tempo stesso una finestra aperta sulla società piemontese del Novecento, con le sue profonde trasformazioni e con la possibilità, per le generazioni del secondo dopoguerra, grazie al cosiddetto "ascensore sociale", di migliorare le proprie condizioni di vita attraverso il lavoro e lo studio.
Anonimo -