Aleksandra incontro per la prima volta a Pietroburgo nel 1856 il nipote Lev, più giovane di lei di soli undici anni e già noto nei salotti culturali della citta, con il quale nacque un'amicizia profonda destinata a durare per tutta la vita. Si racconta che, dopo la morte della zia Aleksandra, Tolstoj leggesse e rileggesse quelle lettere ora burrascose ora affettuose, e affermasse spesso che nel ripensare alla sua buia e lunga vita solo il ricordo di "Alexandrine" gli tornasse alla mente come un costante raggio di luce. In questo carteggio, che è davvero confidenziale - "Come fanno le collegiali, vi prego di non mostrare a nessuno e di strappare questa lettera", scrive Tolstoj ad Aleksandra - e che viene qui riproposto dopo una lunga assenza in Italia nella cura d' eccezione di Olga Resnevic Signorelli, incontriamo Tolstoj in tutte le sue sfumature, a tratti allegro e irriverente, a tratti deluso e tormentato, e ne ricaviamo un ritratto intimo e prezioso dello scrittore e dell'uomo.
Lev Nikolaevic Tolstoj nasce a Jasnaja Poljana, in Russia, il 9 settembre 1828 da una famiglia di tradizioni aristocratiche, appartenente alla vecchia nobiltà russa.
Questa condizione influenzerà tutta la sua esistenza: da un punto di vista positivo perché avrà opportunità che altri non avranno, ma anche da un punto di vista negativo perché lo distinguerà dagli altri letterati del suo tempo da cui si sentirà spesso escluso.
La madre morirà quando lui avrà solo due anni e dopo
Anonimo -