«Rimango ancora un attimo nel corridoio ascoltando Evelin ed Edith, le due cantatrici della notte...». Uno sguardo benevolo al mondo in parte sconosciuto e in gran parte incompreso delle persone in situazione di disabilità, riflessioni sull'arte dello scrivere, pensieri che girano e rigirano come in una giostra o spiccano il volo per andarsene via, e chi s'è visto s'è visto, e atterrare chissà dove, forse a Madrid, ma spesso semplicemente per ricollegarsi al punto di partenza, come la giostra che si ferma, senza però impedire all'ebbrezza di andare avanti. Aneddoti, avventure e a volte disavventure o risentimenti di diverso tipo, il tutto narrato con un sorriso che però non sbanda mai nel comico o nel grottesco. Uno stile in sintonia con la quotidianità che viene descritta, colloquiale, piacevole e raffinato. Carin Caduff scrive nell'idioma retoromanzo sursilvan, con molti ammiccamenti alla sua valle natale, la Lumnezia.
Anonimo -