Francesca, cinquantenne milanese che vive sola, è Miranda sulla scena di una commedia che recita in una compagnia teatrale amatoriale. Riccardo, trentacinque anni, è il suo compagno, sempre sulla scena. Ma il giovane matura un desiderio ossessivo per lattrice con cui recita, una bella signora matura, e con lei vorrebbe intrecciare una relazione. Le dichiara di essersi innamorato di lei, le fa regali, la idealizza, non le dà pace.Finché Francesca cede anzi, capitola, come dice lei. Lo fa un po per scacciare la solitudine, un po perché quasi costretta dalle circostanze; molto, però, perché la sua personalità, allapparenza forte e sicura, è in realtà decisamente fragile. È Giulia, la figlia ventottenne di Francesca, a raccontare la storia di sua madre: i suoi infelici trascorsi, la sua passione viscerale per il teatro, lamore per suoi alunni. Ed è sempre Giulia a raccontare come nasce una storia damore malata, con quale dinamica si evolve e con che tipo di inevitabile quanto tragico epilogo si conclude.Questa non è una storia damore. È una storia di ossessione; la storia di una cultura malata e secolare che uccide, in Italia, una donna ogni tre giorni.
Anonimo -