Ci sono il signor V, che si crede il protagonista di un romanzo di Carrère, e Makiko, una giapponese a Parigi, malata oncologica, divisa tra i doveri di un antico codice d'onore e il suo presente di straniera. Byron invece distilla il bisogno di sicurezza in rapporti superficiali e una confusa bisessualità. E ancora Aicha - che si sente abitata da numerose figure - e la signorina C, con la sua vita in bilico, in un mondo di affetti congelati. In questo viaggio emozionante dell'autrice, lungo oltre quarant'anni, nella pratica della psicoanalisi, il rapporto fra corpo e psiche torna prepotente nella sua unità, dopo che a lungo la filosofia ne ha voluto evidenziare la dicotomia. Vita e pensiero coincidono: anzi, spingendosi ancora oltre, quest'ultimo si configura come un vero e proprio "atto della carne". Spaziando dalla mitologia alla letteratura giapponese, passando per la tragedia greca, gli scritti dei padri della Chiesa e l'arte del tiro con l'arco, Aisenstein ci ricorda come una solida unione e il dialogo di mente e corpo possano dare, ancora oggi, risposte creative ai problemi più complessi della pratica psicoanalitica.
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