Autore votato allo studio degli "spiriti liberi", Vita e morte di Michele Serveto è da molti considerato «la pietra di volta nell'arco dell'opera di Bainton». Il caso di Michele Serveto è emblematico: doppiamente perseguitato e due volte condannato al rogo. Per sfuggire all'Inquisizione cattolica, che in sua assenza ne bruciò le opere e l'effige, si rifugiò a Ginevra, dove trovò la morte sul rogo per mano, questa volta, dell'Inquisizione calvinista. Serveto assurse così a simbolo tragico della lotta per la libertà di pensiero. La figura del medico di origini spagnole - cresciuto nell'alveo della chiesa cattolica, affascinato da Erasmo, testimone delle persecuzioni contro ebrei e musulmani in Spagna - viene presentata, infatti, come una sintesi della tensione tra lo spirito della Riforma e quello del Rinascimento, tra il tentativo di restituire all'esistenza umana un senso pienamente religioso, da una parte, e l'antropocentrismo e l'affermazione della libertà, dall'altra. Il merito di Bainton è quello di presentare una biografia di Serveto che non si riduce al ritratto di un eretico, ma scava tra le ragioni (teologiche, biografiche, politiche, culturali) che motivano le sue posizioni e la sua azione riformatrice.
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