Vite all'asta

Esiste un vasto universo, quello dei campionati minori, dove le cose vanno molto diversamente dal dorato mondo del calcio miliardario. Un universo dove la realizzazione dei sogni (o il loro fallimento) si gioca lungo una linea di confine esile e ambigua, e l'ossessione di una ricchezza facile condanna spesso a una vita di basso profilo. Si veleggia su un mare in tempesta e spesso ci si frantuma contro gli scogli. E allora è facile che si sedimentino frustrazioni e fragilità in coloro che aspirerebbero a una vita da campioni e si devono invece accontentare di recitare il ruolo di modesti lavoratori della pedata. Con il vizio di una vita dal tenore superiore alle proprie possibilità; con il rischio di gestire gli affetti e i rapporti sociali con una pericolosa sensazione di precarietà. Copia sbiadita del calcio che conta, il microcosmo delle serie inferiori ne racchiude i difetti senza poterne godere i vantaggi. Con un però. La magia del gioco, il profumo dell'erba, il fascino dei rituali restano intatti anche qui. Per ogni affarista senza scrupoli, per ogni avventuriero senza fissa dimora, c'è qualcuno che interpreta con generosità il proprio ruolo. Esattamente come nella società 'fuori'. Esattamente come nella vita.

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