Il desiderio di felicità sembra essere un tratto congenito alla natura umana: è comune a ogni epoca e a tutte le culture. Ma se le parole ci permettono di comunicare e di comprenderci, sono al tempo stesso fonte di malintesi. La parola «felicità», infatti, nasconde una trappola semantica. Da un lato ha avuto per lungo tempo dagli antichi greci al Medioevo e alla prima modernità un connotato etico: di armonia civile, indissolubilmente legata alla sfera pubblica e al buon governo, o di beatitudine spirituale, inscindibile dal divino e dal sacro. Dallaltro lato, prima con la Rivoluzione francese e poi con lemergere del liberalismo, la felicità diviene invece un obiettivo dellindividuo, materiale e «quantificabile» attraverso merci e denaro: qualcosa, dunque, di neutro dal punto di vista etico. La felicità moderna ha quindi sempre meno a che fare con una vita «buona» in armonia con gli altri, con se stessi e con il proprio ambiente. Si identifica invece sempre più con il guadagno e la ricchezza. A questa «felicità» deviante e in ultima analisi tossica, scrive Latouche in queste pagine, è oggi indispensabile contrapporre una frugalità sobria e serena, unautolimitazione conviviale e gioiosa, veicolata, in maniera decisiva, dal nostro rapporto con il cibo e con lalimentazione. Contro gli eccessi delliperconsumo e dello spreco promossi dallagricoltura produttivista e dalla grande distribuzione, ma anche contro il cibo spazzatura tipico dellalimentazione globalizzata che con essa va di pari passo, Latouche sostiene il ritorno a unagricoltura rispettosa del suolo e della vita, alle gastronomie tradizionali legate agli ingredienti locali e a una fruizione del cibo integrata, in armonia con lambiente circostante. Lobesità, la fame, la malnutrizione, le carestie raccontano infatti una stessa contraddizione: quella di una società intossicata dalla crescita e che sta fagocitando la vita. A tutto ciò è necessario rispondere rallentando, riducendo e ridistribuendo, attraverso la costruzione di una società dellabbondanza che sia al contempo felice e frugale.
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