L'opera delinea il fenomeno delle conversioni al cattolicesimo che ebbero luogo a Firenze, tra il XVII e il XVIII secolo, partendo dalla ricostruzione della storia della casa dei catecumeni. Nella seconda metà del Seicento, grazie al lascito testamentario di una nobildonna fiorentina, l'istituto offrì ospitalità a "infedeli" di qualsiasi provenienza e il numero delle conversioni crebbe notevolmente. Una tale liberalità finì per determinare una grave crisi economica alla quale nel Settecento cercarono di porre rimedio i granduchi lorenesi restringendo il campo di azione ai soli sudditi toscani. Non mancarono però abusi e ingerenze da parte di ecclesiastici, soprattutto nei confronti degli ebrei.
Anonimo -